Dimensioni piattaforma elevatrice per disabili: cosa dice la normativa

Quali dovrebbero essere le dimensioni di una piattaforma elevatrice per disabili? E’ una domanda che genera qualche ansia in chi sta pensando di installare questo fondamentale elemento. Da un lato, dimensioni non consone compromettono l’esperienza d’uso, rendendo difficoltosa la fruizione della piattaforma. Dall’altro, a maggiori dimensioni corrispondono quasi per definizione costi più elevati. Senza considerare il tema dello spazio a disposizione, che in alcuni casi può essere scarso (soprattutto nelle costruzioni più antiche).

E’ utile dunque affrontare la questione da un punto di vista tecnico… E legale. Il legislatore, infatti, è intervenuto sulla questione delle dimensioni delle piattaforme elevatrici, fornendo delle misure minime.

Una panoramica sulle piattaforme elevatrici

Le piattaforme elevatrici per disabili sono esattamente ciò che suggerisce il loro nome: piattaforme pensate per persone con disabilità motorie che permettono il raggiungimento di un piano diverso.

Suppliscono all’assenza dell’ascensore o all’impossibilità di utilizzarlo. Un problema, questo, che ricorre frequentemente quando l’immobile è vecchio e non è stato oggetto di rimaneggiamenti recenti. Nella stragrande maggioranza dei casi, la piattaforma elevatrice è installata al di fuori dell’edificio, soprattutto quando all’interno, dunque nelle immediate vicinanze delle scale, non vi è lo spazio necessario. L’installazione esterna si rende necessaria anche quando l’immobile è in realtà un condominio e l’assemblea dei condomini si oppone all’installazione interna.

La piattaforma elevatrice viene spesso posta in contrapposizione con altri dispositivi volti all’aggiramento delle scale, come il servoscala e il montascale. Queste sono rispettivamente delle pedane e delle poltroncine, ovviamente scoperte, collegate a un binario che scorre accanto alle scale.

Il loro movimento dunque segue i gradini, mentre il movimento delle piattaforme è simile a un ascensore. In genere, si opta per la piattaforma quando i piani da superare sono almeno due, e l’utilizzo di dispositivi scoperti risulta poco agevole o pericoloso.

Una normativa complessa

Quali dovrebbero essere, stando alla normative, le dimensioni delle piattaforme elevatrici per disabili? Ebbene, la questione risulta a primo acchito complessa in quanto è trattata da più norme. In genere si fa riferimento alla UNI EN 81-41, di matrice comunitaria, e al Decreto Ministeriale n. 236 del 1989.
La UNI EN 81-41 tratta tutte le piattaforme elevatrici a eccezione di quelle chiuse. Il Decreto Ministeriale, invece, affronta l’argomento a 360 gradi.

A queste norme si è aggiunta una Direttiva Europa, la n. 42 del 2006, che disciplina anche altri parametri. Per esempio, la velocità: questa non deve superare di 15 centimetri al secondo. In buona sostanza, “costringe” le piattaforme a percorrere un piano ogni 20 secondi. Può sembrare una eternità ma è un accorgimento necessario a fini della sicurezza.

Dimensioni piattaforma elevatrice per disabili per nuove costruzioni

Facendo il punto di tutte le normative, si ricavano alcune misure precise… E differenziate. Infatti il legislatore opera una distinzione non tanto tra le tipologie di piattaforme elevatrici, quanto tra le destinazioni d’uso e tra i contesti. Dunque, si segnalano dimensioni minime per gli immobili di nuova costruzione e per gli immobili di vecchia costruzione, per gli edifici destinati all’attività residenziale e per gli edifici destinati al pubblico.

Partiamo dalle nuove costruzioni. Se la piattaforma elevatrice viene installata nel corso di una nuova costruzione, le dimensioni minime sono:

  • Per gli edifici ad uso residenziale, 95 cm di larghezza per 130 cm di profondità. La “luce” delle porte non dev’essere inferiore agli 80 cm;
  • Per gli edifici ad uso pubblico: 110 cm di larghezza per 140 cm di profondità. Anche in questo caso la luce dev’essere di almeno 80 cm.

In questi casi, la normativa disciplina anche la potenza di carico: le piattaforme devono sopportare almeno 450 kg.

Dimensioni piattaforme elevatrici disabili per costruzioni preesistenti

In questo caso, le misure sono leggermente inferiori. Tale differenziazione può suonare strana, ma risponde a un criterio di praticità. Quando si costruisce un nuovo edificio è possibile ricavare degli spazi più o meno a piacimento. Quando si installa una piattaforma in un edificio già esistente, è necessario adeguarsi agli spazi disponibili.

In questo caso, non vi è una distinzione tra contesto pubblico e residenziale. Le misure minime sono sempre le seguenti: 80 cm di larghezza per 120 cm di profondità, luce netta di almeno 75 cm.

Anche queste cifre, sebbene sensibilmente inferiori a quelle relative alle nuove costruzioni, possono a volte risultare proibitive. La buona notizia è che lo stesso legislatore (quello italiano almeno) consente di derogare a tali obblighi. Il diritto alla mobilità della persona, dunque, non viene sacrificato sull’altare dei centimetri. Ovviamente, va analizzato di volta in volta il progetto, e le reali possibilità offerte dagli spazi preesistenti.

Il consiglio è comunque di “abbondare”: una piattaforma più grande è sempre una piattaforma più comoda. Il tutto, sia chiaro, compatibilmente alle possibilità materiale e alla disponibilità economica.

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