Larghezza rampe disabili, quanto deve essere?

La larghezza delle rampe per disabili è un parametro fondamentale per valutare la sicurezza dell’elemento nel suo complesso. Il legislatore ha abbondantemente disciplinato l’argomento, fornendo delle misure precise e in grado di orientare i produttori. 

Ne parliamo qui, fornendo una panoramica delle misure, approfondendo la questione delle dimensioni in generale ed entrando nel dettaglio di questo importante ausilio per disabili.

Un focus sulle rampe per disabili: tipologie e utilizzi

Le rampe per disabili rappresentano una risorsa per chi è costretto sulla sedia a rotelle. Nello specifico, il loro scopo è consentire di superare dislivelli contenuti, come quelli causati dal marciapiede, da un piano leggermente sopraelevato o da qualche gradino.

Esistono fondamentalmente tre tipologie di rampe per disabili:

  • Rampe per disabili fisse. Come suggerisce il nome, queste rampe rappresentano un elemento fisso, saldamente agganciato al suolo. Non sono però frutto di un intervento edile vero e proprio, nel senso che possono essere comunque smontate con una relativa facilità. 
  • Rampe per disabili portatili. Queste rampe si caratterizzano per la portabilità. Possono essere trasportate da chi assiste il disabile, in modo da essere utilizzate alla bisogna. Sono dunque particolarmente utili qualora si frequentassero spazi poco attrezzati per il superamento delle barriere architettoniche. 
  • Rampe per disabili modulari. Queste rampe sono attrezzature per superare dislivelli importanti, composti anche da 8, 9, 10 gradini. Dovendo mantenere una pendenza accessibile, e a prova di sicurezza, sono dunque molto lunghe. Da qui, la necessità dell’approccio modulare, che garantisce allo stesso tempo facilità di posa e lunghezza. 

Cosa dice la normativa sulle dimensioni della rampa per disabili

La legge di riferimento è la n.13 del 1989, nota anche come “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche”.

Il testo tratta questo e altri elementi, principalmente in una prospettiva edilizia. Per quanto concerne la larghezza delle rampe per disabili, fornisce misure minime, al di sotto della quale l’elemento assume un carattere di pericolosità. Ovvero:

  • 90 centimetri, per quanto concerne le sezioni lineari,
  • 150 centimetri, per quanto concerne le sezioni in pendenza.

Sono valori molto elevati, e che puntano quindi a fornire le massime garanzie di sicurezza. Il riferimento è soprattutto alle sezioni in pendenza, che in quanto tali possono determinare una traiettoria non perfettamente lineare da parte della carrozzina, e richiedono pertanto un margine di movimento più ampio.

La normativa affronta tuttavia il più generale tema delle dimensioni della rampa per disabili. Ovvero, stabilisce delle misure minime e a volte massime per tutti i parametri in gioco. Ecco un prospetto.

  • Dislivello massimo: 3,2 metri. Nessuna rampa può coprire un dislivello superiore ai 3,2 metri. Nel caso in cui si rendesse necessario superare dislivelli superiori, andrebbero utilizzati strumenti diversi, come i montascale e le piattaforme elevatrici.
  • Altezza minima (ringhiere): 1 metro, valore sufficiente a evitare che la carrozzina possa rovinare oltre la rampa.
  • Altezza minima (corrimano): 90 centimetri.
  • Pendenza massima: 8%, valore essenziale per ridurre al minimo i rischi. 

Un altro aspetto importante riguarda la lunghezza minima delle rampe più “imponenti”. Queste devono prevedere una sezione completamente lineare ogni 10 metri, di dimensioni 150 centimetri per 150 centimetri, in modo da ridurre per quanto possibile lo sforzo da parte di chi movimenta la carrozzina. 

Quanto costano le rampe per disabili?

Quanto costano le rampe per disabili? Dipende ovviamente dalla tipologia. La più costosa, tra le tipologie qui trattate, è quella relativa alle rampe modulari, che d’altronde richiedono una quantità di componenti superiore. La meno costosa è la rampa portatile, che presenta dimensioni (e anche utilizzi) più contenuti. Nella peggiore delle ipotesi, tuttavia, ci si può attendere una spesa di poco inferiore ai 1800 euro. 

Ma c’è una buona notizia: il legislatore mette in campo alcune importanti agevolazioni fiscali.

Per quanto concerne le rampe per disabili che richiedono un intervento edile, è prevista la possibilità di detrarre il 75% della spesa nel corso dei cinque anni successivi alla realizzazione dei lavori. Per inciso, questa agevolazione è correlata a tutti gli interventi che abbattono le barriere architettoniche.

Per quanto concerne, invece, le rampe che si “acquistano”, ovvero quelle portatili, è previsto invece l’abbattimento dell’IVA dal 23% al 4%, previa certificazione dello stato di invalidità, da presentare direttamente al commerciante.

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