La piattaforma per disabili ha costi insostenibili? Scopriamo in questa breve ma esaustiva guida.
Con il termine piattaforma per disabili si intende un dispositivo che consente di raggiungere un piano diverso, pensato appositamente per sopperire alla mancanza di ascensore. Il vero nome è in realtà “piattaforme elevatrici”, ma spesso sono accompagnate dalla dicitura “per disabili” per richiamare agli utilizzatori più frequenti. In effetti, rappresentano uno strumento di fondamentale importanza per chi soffre di problematiche motorie più o meno gravi.
Peccato che spesso il ricorso a questa soluzione venga accantonato a causa dei prezzi. Il timore, piuttosto diffuso e solo in parte giustificato, è di spendere cifre molto elevate. Dunque, vale la pena fornire delle stime precise. Lo faremo in questa guida, dove offriamo anche una panoramica sul dispositivo in generale, sulle tipologie, sui contesti d’uso.
Cosa c’è da sapere sulle piattaforme elevatrici per disabili
Il nome piattaforma elevatrice potrebbe trarre in inganno. Infatti, non sono delle semplici pedane, magari ancorate al percorso delle scale. Queste caratteristiche, più che altro, appartengono ai servoscala.
Le piattaforme elevatrici sono strutture che si muovono esattamente come gli ascensori, quindi esternamente. Non seguono le scale, bensì si spostano lungo l’asse verticale, dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso. Sono sì corredate di pedana, ma questa è molto più grande, capiente e resistente di quella dei servoscala. Viste le altezze coperte, che possono superare la decina di metri, la struttura è spesso coperta. In tal modo, assumono le sembianze di un ascensore esterno.
Esistono svariate tipologie di piattaforma per disabili. I modelli si differenziano per tre aspetti:
- Design. Anche l’occhio vuole la sua parte, a maggior ragione se si parla di un elemento così ingombrante e che impatta sul profilo dell’edificio.
- Corsa. Ovvero, il numero di metri che la piattaforma percorre (ovviamente in verticale).
- Tecnologia. Esistono piattaforme elevatrici elettriche e piattaforme elevatrici idrauliche. Nel primo caso, a innescare il movimento della pedana è la corrente elettrica. Nel secondo caso, è la pressione esercitata da una pompa idraulica. La tipologia è elettrica è più lenta e meno costosa. La seconda tipologia è più rapida e più costosa.
La messa in posa delle piattaforme per disabili: interventi edili e non solo
Per comprendere e soprattutto contestualizzare il rapporto tra piattaforma per disabili e costi, è necessario fornire una panoramica sulle voci di spesa.
Ovviamente, la voce più scontata è l’elemento in sé, ovvero al combinato disposto piattaforma-cabina (quando presente, ovvero nella maggior parte dei casi).
Un’altra voce abbastanza scontata è il meccanismo di movimentazione, ovvero l’insieme di cavi, pulegge e – nel caso della variante idraulica – di pompe che permette lo scorrimento del dispositivo da un piano all’altro.
Infine, una voce che molti trascurano: gli interventi edili. È ovvio, se la piattaforma per disabili è esterna, è necessario creare un collegamento per l’esterno, o comunque uno spazio che consenta l’accesso a una terrazza o a un balcone, se è collegata ad essi.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di ritagliare uno spazio nel muro, il quale ovviamente deve coincidere come minimo con l’apertura della cabina.
Piattaforma per disabili: costi e agevolazioni
In realtà, parlare del rapporto tra piattaforma per disabili e costi non è semplice. Anche perché non si può associare una cifra a ogni voce, se non studiando attentamente i preventivi. Infatti, i tre servizi vengono forniti assieme. Ovvero:
- Elemento (piattaforma vera e propria)
- Tecnologia di movimentazione
- Interventi edili per il collegamento piattaforma-spazio calpestabile
Ovviamente, si può discutere sul prezzo generale della piattaforma per disabili, che quindi fa riferimenti de facto a un servizio chiavi in mano.
Ebbene, siamo su cifre all’apparenza molto alte. Dipende dalla tecnologia e dal design, ma è raro spendere meno di 9.000 euro, mentre si può arrivare anche ai 20.000 euro. Questa tabella aiuterà a contestualizzare le cifre in base alle caratteristiche del mezzo.
Design sobrio | Design raffinato | Corsa corta | Corsa lunga | |
Piattaforma elettrica | 9.000 – 14.000 € | 10.000 – 16.000 € | 9.000 – 16.000 | 10.000 – 16.000 € |
Piattaforma idraulica | 11.000 – 16.000 € | 12 – 18.000 € | 11.000 – 18.000 | 12.000 – 20.000 € |
Per fortuna, si segnala una buona notizia. Ovvero, la possibilità di accedere a interessanti agevolazioni fiscali. Su tutte, quella riservata alle opere finalizzate all’abbattimento delle barriere architettoniche. Perché in effetti la piattaforma elevatrice questo è: un dispositivo che consente ai disabili, o comunque a chi presenta importanti difficoltà motorie, di evitare le scale.
L’agevolazione consiste nella possibilità di detrarre dall’IRPEF il 75% della spesa. Per la precisione, in cinque tranche, dunque in cinque periodi di imposta.
Il bello è che è possibile cedere ad altri il diritto all’agevolazione. E’ il meccanismo della cessione del credito (che sta facendo tanto discutere). In questo modo, il recupero si trasforma in risparmio immediato. Insomma, è possibile pagare solo un quarto delle spese normalmente necessarie all’installazione della piattaforma elevatrice.