Ponti sollevatori: cosa sono, come funzionano, come sceglierli

I ponti sollevatori sono dispositivi fondamentali per alcune attività professionali come le officine. Il loro scopo consiste nel porre i veicoli nella posizione ideale per le attività di revisione e riparazione.

Esistono svariate tipologie di ponti sollevatori, e ognuna di esse risponde a una specifica esigenza. Vale dunque la pena proporre una panoramica, spiegando le differenze in termini di tecnologia e di esperienza d’uso. Lo faremo in questa breve ma esaustiva guida, che si concluderà con una riflessione sui costi e sulle eventuali agevolazioni.

Ponti sollevatori: cosa sono e tipologie

I ponti sollevatori sono strumenti che sollevano automobili, camion e altri veicoli a quattro ruote. Lo scopo è rendere più agevole e sicura l’attività di riparazione, verifica, monitoraggio etc. Sono dunque dispositivi fondamentali per le officine, che in loro assenza esporrebbero i lavoratori a rischi, fatiche evitabili e perdite di tempo.

Esistono svariate tipologie di ponti sollevatori. Un primo elemento di distinzione consiste nel meccanismo di sollevamento. Di fatto si trovano:

  • Ponti sollevatori a colonna. Il sollevamento è garantito da più colonne in grado di elevarsi fino a raggiungere i 3 metri di altezza. Dei braccetti sorreggono da un lato e dall’altro il mezzo, conservando comunque una inclinazione sufficientemente sicura. Le colonne sono almeno due, ma i ponti sollevatori più sicuri arrivano tranquillamente a quattro.
  • Ponti sollevatori a pantografo. In questo caso il sollevamento è garantito da un meccanismo a pantografo, ovvero da dei bracci che si compattano e si estendono a fisarmonica. 

Un altro elemento di distinzione è l’alimentazione. Dunque si trovano…

  • Ponti sollevatori idraulici. In questo caso, è la dinamica dei liquidi a fornire l’energia sufficiente ad alzare le colonne o a estendere i pantografi. 
  • Ponti sollevatori elettrici. Come facilmente intuibile, in questo caso l’azione di sollevamento è garantita dall’energia elettrica. L’energia espressa è tuttavia inferiore a quella dei meccanismi idraulici. 

Come scegliere un ponte sollevatori

Giunti a questo punto, ci si potrebbe chiedere: quale ponte sollevatore acquistare? Quale tipologia preferire? Ovviamente, non esiste una tipologia in assoluto più performante delle altre. La preferenza per questo o per quell’altro modello dipende principalmente dalle necessità.

Per esempio, se lo scopo è sollevare mezzi estremamente pesanti, è bene optare per i modelli idraulici. Se invece l’attività serve principalmente automobili, possono andare bene i modelli elettrici.

E’ bene guardare anche alla grandezza dei mezzi, in quanto alcune tipologie sono più stabili di altre. Se i veicoli presentano dimensioni contenute, può bastare un ponte sollevatore a due colonne, in caso contrario è bene preferire quelli a quattro colonne o, addirittura, un modello a pantografo (che è la tipologia più stabile in assoluto). 

Il consiglio, tuttavia, è di valutare l’acquisto di modelli “accessoriati”, ovvero dotati di sistemi di stabilizzazione. Il rischio che il mezzo si inclini, rendendo più difficoltosa o addirittura più pericolosa l’attività di riparazione, è sempre presente. Il riferimento è al blocco meccanico, che prevede l’azione di due elementi a dente di sega capaci di bloccare il veicolo in posizione perfettamente orizzontale, in modo simile a quanto – nel suo piccolo – fa il cricco. 

Costi ed eventuali agevolazioni

I prezzi dei ponti sollevatori sono molto variabili, ma mai troppo elevati, almeno se si considera l’utilità che esprimono e i vantaggi che apportano per le attività di riparazione. 

Ad ogni modo, e in media, i ponti sollevatori a colonna costano di più dei ponti sollevatori a pantografo. Allo stesso tempo, i modelli a spinta idraulica costano di più dei modelli elettrici.

Ecco un prospetto.

  • Ponte sollevatore a colonna: da 1.700 a 3.000 euro.
  • Ponte sollevatore a pantografo: da 1.300,00 euro a 2.500 euro.
  • Ponte sollevatore idraulico: da 2.000 euro a 3.000 euro.
  • Ponte sollevatore elettrico: da 1.300 euro a 2.200 euro. 

Stiamo comunque parlando di valori a quattro cifre. Vale dunque la pena chiedersi se non esistano agevolazioni fiscali in grado di ridurre l’impegno economico. La risposta è affermativa. Il riferimento è soprattutto al credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali. Di base, è possibile recuperare il 20% sul prezzo di acquisto attraverso il classico meccanismo di detrazione dalle tasse, in tre rate annuali. Ovviamente, tale agevolazione è valida solo ed esclusivamente per l’acquisti di beni nuovi. 

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